
Lo iodio contribuisce in maniera determinante allo sviluppo e al funzionamento della tiroide.
Viene assunto mediante la dieta, assorbito attraverso il tratto gastro-intestinale e trasportato attraverso il flusso sanguigno alla tiroide che ne trattiene circa il 30%.
L’assimilazione dello iodio da parte dell’organismo e la sintesi degli ormoni tiroidei possono essere ridotte o inibite da alcune sostanze naturalmente presenti in numerosi alimenti vegetali.
Queste sostanze sono dette “gozzigene o antitiroidee” perché interferiscono con il metabolismo della tiroide, impedendo l’assimilazione dello iodio e determinando ipertrofia (comunemente conosciuto come “gozzo“).
Le molecole responsabili nel determinare questi effetti biologici sono maggiormente presenti nei vegetali appartenenti alla Famiglia delle Brassicaceae (o Crucifere), della quale fanno parte diverse categorie di ortaggi, come il cavolo, le rape, i broccoli, la rucola, i cavolfiori, la colza ecc.
- Le sostanze gozzigene più attive sono presenti negli ORTAGGI A INFIORESCENZA, quali i cavoli, i cavolfiori, i cavoli di Bruxelles, i broccoli e le rape.
L’assunzione di iodio con la dieta non è sufficiente a contrastare il loro effetto gozzigeno (impedire l’assimilazione dello iodio da parte della tiroide).
- Altre sostanze gozzigene sono presenti negli ORTAGGI A RADICE e A FOGLIA (sempre della Famiglia delle Brassicaceae), quali il crescione, il rafano, il ravanello e la senape. Queste sono invece considerate meno attive perchè il loro effetto gozzigeno può essere inibito dall’assunzione di iodio con la dieta.
In generale, l’azione gozzigena di queste sostanze non è necessariamente rilevante, ma occorre tenerla presente soprattutto in quelle regioni in cui l’assunzione di iodio con la dieta o per altri motivi, è scarsa.
E’ importante prestare attenzione all’assunzione di Brassicaceae ai soggetti affetti di ipotiroidismo, anche se la biodisponibilità di queste sostanze viene enormemente ridotta dalla cottura (ad alta temperatura) di questi vegetali. Uno studio riporta come il cavolo bianco sottoposto a bollitura, abbia una perdita del contenuto di isotiocianati (sostanze gozzigene) del 56% nei primi 2 minuti e del 70% dopo 8-10 minuti.
Oltre all’impatto della cottura, anche i processi di congelamento potrebbero influire sulla biodisponibilità di queste sostanze.
Con la carenza nutrizionale iodica aumenta il rilascio da parte dell’ipofisi dell’ormone tireostimolante (TSH, thyroid stimulating hormone), il quale cerca di compensare il deficit, stimolando le cellule follicolari e aumentando la loro capacità di captare iodio. Quando la stimolazione del TSH diventa cronica si verifica un ingrossamento della tiroide (“gozzo“) e successivamente possono comparire noduli anche molto grandi, (“gozzo nodulare”) fino a causare gravi problemi alla respirazione e alla deglutizione.
Si stima che i disturbi da carenza di iodio interessi più di un miliardo di persone distribuite in 80 Paesi.
In Italia sono circa 6 milioni di persone; ancora oggi il gozzo è considerata una patologia endemica e l’ipotiroidismo congenito ha un’incidenza molto elevata.
CURIOSITA’:
In alcuni Paesi, il gozzo era talmente comune da essere considerato come una normale caratteristica somatica; veniva rappresentato in bambole dell’America centrale e in Italia ricordiamo la maschera “Gioppino” di Bergamo che mostra addirittura il gozzo ripartito in 3 parti.
Domande frequenti:
1) In quali altri alimenti sono presenti sostanze gozzigene?
Sostanze gozzigene sono presenti in altri vegetali a foglia appartenenti alla famiglia delle Chenopodiaceae (bieta, barbabietola e spinaci), delle Leguminoseae (fagioli, piselli, soia, arachidi), delle Ombrellifere (carote) e altri come aglio, cipolla, mais, germogli di bamboo, patate dolci, miglio (Sudan), noci (Araucaria araucana), Barbassu (Brasile).
Svolgono inoltre azione gozzigena elementi chimici quali: l’arsenico, il calcio, il cobalto e il rame.
2) Mangiando alimenti contenenti sostanze gozzigene, c’è il rischio di diventare carenti di iodio?
No. Se non si hanno già disturbi legati alla tiroide, non è necessario privarsi di questi alimenti. La loro azione gozzigena, soprattutto previa cottura/bollitura è trascurabile.
Buongiorno, ho la tiroidite di Hashimoto e mi sto informando sulla dieta da seguire; purtroppo nell elenco degli verdure gozzigene sono presenti quasi tutte. La mia domanda é quali verdure/ortaggi/frutti potrebbero mangiare?
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Salve Titta,
l’azione gozzigena di queste sostanze è trascurabile se si mantiene una dieta variata e la sua lo sarà sicuramente. Inoltre, mediante cottura/bollitura degli alimenti, il loro effetto gozzigeno si riduce drasticamente. Può continuare a fare uso degli ortaggi e verdure in questione e rivolgersi al suo medico di fiducia per ulteriori approfondimenti sulla sua dieta.
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